martedì 1 luglio 2014

Internet: un'analisi il più possibile obbiettiva

Siamo nell'era d'internet; la rete. Mi sono sempre domandato perché internet si chiama anche la rete, forse perché, come la rete è tutta collegata tra sé mediante dei fili? O forse perché come la rete, intrappola gli sprovveduti e indifesi malcapitati che ci incappano?

Reggio Calabria - Vorrei qui proporre alcune considerazioni su questo mezzo di comunicazione che si chiama “internet”. Innanzi tutto come nasce internet? Da quel che ne so, era uno strumento di comunicazione militare adottato dagli U.S.A. che, essendo oggi diventato obsoleto e avendo loro adottato un nuovo sistema tecnologicamente più avanzato, qualcuno ha deciso di “regalare” (l'abbiamo pagato noi!) al popolo questo grande strumento di “comunicazione”, di “informazione”, di “democrazia” e “libertà”. 
Già da queste poche righe si potrebbe pensare che io voglia fare dell'ironia, e in un certo senso è vero, ma non crediate che avrò solo parole in negativo per questo strumento di cui, ho premesso, vorrei parlare con una certa obbiettività. Mi ripropongo qui di fare un'analisi dei vantaggi e degli svantaggi al solo scopo di far riflettere, di mettere le persone nella condizione di utilizzare questo strumento e di non farsi utilizzare, o di farsi utilizzare consapevoli di essere utilizzati, quindi, di farlo nella “piena libertà” di “scelta”

Inizierò a parlare degli aspetti positivi, per poi passare a quelli negativi; si vedrà che in sostanza sono gli stessi, ma visti da prospettive diverse. Questo ce la dice lunga sul giudizio che si può dare sulle cose, o sulle persone: ogni cosa è positiva e negativa allo stesso tempo, ma questo sarebbe un lungo discorso; meglio sorvolare... Non si può certo negare che il primo aspetto positivo sia quello di poter fare comunicare molte persone nel mondo, a un costo accettabile, e quasi, in tempo reale. Qui nascono subito due obbiezioni: cosa s'intende per comunicazione? Chi dice che sia vantaggioso il fatto che le notizie circolino a questa rapidità e con questa mole di divulgazione? Rispondere a queste domande non è per niente facile e non credo sia il caso di farlo adesso, sarebbe troppo lungo il discorso; per il momento mi accontento soltanto di porvici l'attenzione. Altro lato positivo è quello di far conoscere persone che, molto probabilmente, non avrebbero mai avuto occasione di conoscersi. Anche qui si può mettere in dubbio se ciò sia o meno un vantaggio, ma noi, in questa occasione, lo vogliamo mettere nell'elenco dei vantaggi, poiché ritengo che l'incontro con altre persone, di per sé, è quasi sempre positivo. Ma lo vogliamo mettere anche negli svantaggi, poiché, se io passo il mio tempo a fare amicizia con le persone stando seduto davanti a uno schermo, lo sottraggo alle mie passeggiate nelle quali potrei conoscere persone dal vivo e con le quali, forse, ho più cose che mi accomunano. Ma diciamo che qui ci mettiamo un pareggio e ci auspichiamo che le persone sappiano dividere, almeno equamente, il tempo che passano a conoscere persone virtuali e quello che passano a conoscere persone reali. 

Non mi sono reso conto che ho già messo troppa carne al fuoco, e quindi, continuerò il discorso considerando solo questi aspetti che ho appena elencato, che peraltro, sono quelli di maggior rilievo. Dunque, parlavamo di comunicazione; d'informazione; di democrazia e di libertà: e come faccio, con poche righe, a parlare di queste cose per le quali non sarebbe sufficiente scriverci un libro? Ci provo! Tralasciamo di parlare della comunicazione che ci porterebbe in un ambito metafisico; tralasciamo anche di parlare della democrazia che ci porterebbe più in ambito ideologico: quindi rimangono informazione e libertà, di queste non possiamo fare a meno di parlare, ma ne parleremo in modo più che mai sintetico e, spero, esaustivo. L'informazione, come quasi tutte le cose, può essere una lama a doppio taglio, anzi, lo è! Il pericolo che voglio subito evidenziare è che l'informazione spesso camuffa la disinformazione e i condizionamenti che ne derivano: dovremmo sempre chiederci il perché viene fatto un certo tipo di comunicato e quali interessi sono in gioco, in sostanza, dovremmo avere cautela nel credere a una notizia, da qualunque parte essa venga e da qualunque mezzo di “informazione”. Libertà: si dice che si è liberi e che internet è uno strumento democratico che ci dà, per l'appunto, la libertà di poter scrivere ciò che vogliamo e che nessuno sia in grado di controllarlo. Io rispondo che è libero, fino a quando chi controlla non si accorge che ciò che hai scritto va censurato e quindi “bannato”, non a caso è nato questo termine, questo di solito capita nel giro di poche ore, ma il “servizio” sarà sempre più efficiente e verrà di certo migliorato... Si dice che le grandi rivoluzioni siano nate da internet, posso essere d'accordo; ma questo non vi preoccupa? Io mi domando: “ma se internet è controllato - che lo sia è una certezza e nessuno può negarlochi ha interesse affinché vengano fatte queste rivoluzioni? Quindi mi chiedo, se veramente questo sia uno strumento che ci fa essere liberi, o se possa essere uno strumento che “informandoci”, ci tiene schiavi attraverso i condizionamenti che ci inculcano con i loro messaggi ossessivi, i quali li puoi trovare su tutte le pagine di qualunque utente di internet, il quale, addirittura, pensa che sia un segno di libertà e democrazia il condividere un messaggio che incita a chissà che cosa! 

Mi domando, e poi finisco, se anche tutte queste proteste che vengono fatte contro i sistemi e i governi, non siano voluti, in quanto i controllori d'internet potrebbero pensare: “lasciamoli illudere su internet con le loro petizioni ed i loro post, così sfogheranno la loro rabbia, la loro angoscia, la loro frustrazione e si sentiranno appagati pensando di aver fatto qualcosa di rivoluzionario. In questo modo tutto è molto più sotto controllo e le masse si potranno dirigere al pascolo senza grossi problemi. Prima di salutarvi e di ringraziarvi per la vostra cortese attenzione, voglio dirvi che non ci dobbiamo far fregare: facciamo in modo di essere noi ad utilizzare la tecnologia e non viceversa!


di Fabio Scorza


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