lunedì 6 ottobre 2014

Curarsi con i codici vibrazionali

Secondo l'intuizione dell’ingegner Erich Körbler alcuni segni, disegnati sulla pelle o in corrispondenza dei punti di agopuntura o dei chakra, avrebbero la funzione di generare un flusso informativo, che ristabilisce l'equilibrio nel corpo, scaricando anche i traumi. Si possono creare rimedi personalizzati, trasferendo le informazioni necessarie all’acqua o a oggetti che vengono poi tenuti a contatto con il soggetto
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I segni anti-elettrosmog, che richiamano i codici a barre o gli I King.
Tutti conosciamo i codici a barre, quelle lineette che troviamo stampigliate sulle confezioni di quasi tutti i prodotti distribuiti dalle industrie, che rappresentano un sistema di classificazione e di informazione ormai universale.
Ma già oltre trent’anni fa, molto prima della loro sistematica diffusione, c’è stato chi ha avuto l’intuizione che un semplice codice a barre potesse costituire un sistema di informazione biologico in grado di modificare le reazioni di cellule e tessuti, agendo proprio come uno stimolo informativo specifico.

Curarsi con i codici a barre
(1938-1994) fu un grande esperto di tecnologie elettroniche e un ricercatore indipendente che ebbe tra le altre l’intuizione di un vero e proprio codice vibrazionale semplificato, capace, per effetto della debolissima tensione che si stabilisce per una differenza nel potenziale di conducibilità di due o più vettori, di generare un flusso informativo. 
Come si ottiene tutto ciò? Prima di tutto si tracciano dei trattini (ovviamente, quelli giusti per il caso specifico) su particolari zone del corpo, per esempio, punti dolenti o punti di agopuntura, o semplicemente su un pezzetto di carta. 
Che cosa si può fare con questa informazione? Tantissime cose, secondo Körbler e i suoi seguaci: incentivare l’attività cellulare ad auto-guarirsi, sbloccare meridiani energetici e funzioni cellulari o tessutali, ripristinare l’equilibrio nei confronti di sostanze o ambienti prima interpretati dall’organismo stesso come discordanti da sé e quindi nocivi, e tanto altro ancora.

L'ingegner Erich Koerbler.
L’ingegnere austriaco Erich Körbler.
I “codici” o “vettori” di Körbler vengono usati alla stregua di informazioni vibrazionali che contrastano quelle che disturbano la salute fisica o emotiva, o forniscono un’influenza positiva. Possono sembrare pratiche un po’ magiche, ma in fondo qualunque informazione che riceviamo viene alla fine elaborata sotto forma di impulsi elettromagnetici ultra-deboli a livello di membrane cellulari o di trasmissione nervosa, quindi il meccanismo in sé non dovrebbe troppo stupirci. Secondo la fisica quantistica, poi, ogni oggetto vibra di una sua specifica frequenza, indipendente dal moto cui è sottoposto. Pertanto, deve essere in grado di interagire con ogni altro elemento che a sua volta vibra o emette frequenze, specie se queste sono in grado di interferire direttamente con lui. Per Körbler, siamo tutti collegati in un’unica rete virtuale: ”Ogni cosa vibra ed è in connessione con tutte le altre; persone, animali, pietre, colori: ogni cosa emette informazioni”.
Molti esperimenti scientifici, effettuati non soltanto dallo stesso Körbler, ma anche da diversi altri studiosi in istituti universitari tedeschi, svizzeri e ungheresi (come riportato da Ervin Laszlo nel libro The Connectivity Hypothesis del 2003), testimonierebbero i risultati dell’applicazione di questa tecnica.

Li conosceva anche Ötzi!
Sulla mummia rimasta imprigionata nel ghiaccio per migliaia di anni e scoperta al confine tra Italia e Austria nel 1991, soprannominata Ötzi, sono stati osservati, a livello delle vertebre lombari e in altre zone, tutte colpite da osteoartrosi, alcuni piccoli segni tatuati – in particolare delle barre parallele – che sembrano del tutto identiche a quelle proposte da Körbler. Quest’ultimo cominciò a diffondere le sue scoperte intorno al 1980, ben prima del ritrovamento della mummia, quindi non poteva esserne al corrente. Tratti geometrici simili, apposti sulla cute, si ritrovano anche tra gli aborigeni australiani, nelle scarificazioni rituali delle popolazioni sub-sahariane, nei tatuaggi e disegni sul corpo degli indiani americani, in certe pratiche taumaturgiche tibetane. Potrebbe perciò trattarsi davvero di un codice innato o comunque con qualche fondamento biologico?

Come si usano i barcodes
L’utilizzo di questi codici a barre (barcodes) o “vettori” (in realtà, a questi si affianca anche un segno sinusoidale, che indica l’inversione dell’energia perturbatrice, e una “Y”, che invece rafforzerebbe il flusso dell’energia stabilizzatrice) è assai semplice e nello stesso tempo complesso. Intanto, l’individuazione del codice corretto per quella persona o quella situazione si effettua di solito tramite test muscolari o un dispositivo chiamato biotensor, una sorta di pendolino orizzontale.
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Alcuni “vettori” individuati da Körbler.

Una volta individuato il codice che occorre utilizzare, lo si può disegnare direttamente sulla cute, o sopra un cerotto di tessuto, in corrispondenza del punto dolente o del punto di agopuntura più utile per riequilibrare il disturbo in corso. Per individuare quest’ultimo occorre ovviamente una buona conoscenza dei meridiani di agopuntura. Si possono usare anche altri punti energeticamente significativi, per esempio i vari chakra. Esistono anche mappe apposite ideate dallo stesso Körbler per aiutare a individuare i punti necessari per attuare il riequilibrio energetico, la disintossicazione, ecc.
Un altro sistema, altrettanto affascinante, per utilizzare questi vettori consiste nel “caricare” l’acqua contenuta in un bicchiere o in una boccetta con l’informazione prescelta. Un modo molto semplice consiste nello scrivere a mano il problema che si vuole risolvere – unitamente al simbolo appropriato – su un foglietto di carta intonsa, da tenere nella mano sinistra (destra se siete mancini), mentre con l’altra mano si tiene il contenitore dell’acqua. Ci si concentra poi per qualche minuto visualizzando il trasferimento dell’energia del simbolo all’acqua, e infine si beve. In questo modo, l’informazione correttiva verrebbe distribuita, attraverso l’acqua, a tutto l’organismo.
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Alcuni codici e il biotensor per
indivduare quello più adatto.
La “Nuova Omeopatia”
Secondo Körbler, ogni organismo comunica a livello di frequenze e vibrazioni con l’ambiente che lo circonda, ed è da questo continuamente influenzato. Dopo infinite prove sulla polarità dei codici da lui scoperti, si convinse che la patologia nasce da un disturbo nella conduzione delle informazioni dalla zona perturbata (malata) al resto dell’organismo. L’apposizione della “giusta” informazione-frequenza sulla cute (che delimita il nostro campo biologico individuale) servirebbe, quindi, a riattivare l’intelligenza auto-guaritrice del corpo, togliendo in primo luogo le interferenze nocive. Queste sono le solite, che tutti ben conosciamo: stress, inquinamento chimico o elettromagnetico, alimentazione, tossine, emozioni disturbanti, blocchi da traumi, geopatie… Le forme geometriche proposte funzionerebbero da elementi di commutazione dei flussi di energia incongrui a cui veniamo sottoposti o che promanano da noi stessi in reazione agli stimoli ricevuti, e ne invertirebbero la polarità.
Con il metodo ideato da Körbler è possibile inoltre creare dei veri e propri rimedi personalizzati, trasferendo le informazioni necessarie all’acqua, o a oggetti che vengono poi tenuti a contatto con il soggetto (cristalli, per esempio, ma anche oli o creme per massaggi). Tempi e modalità di somministrazione dei codici vanno anch’essi accuratamente testati.

Guarire traumi ed emozioni negative
In occasione di un intenso prurito cutaneo dovuto al precedente contatto con una sostanza irritante, consigliai per telefono a una persona che non aveva modo di procurarsi uno specifico rimedio di “caricare” la sua solita crema per la pelle con l’informazione “prurito” e il vettore “inversione” (la linea sinusoidale).

rsz_koerbler_symbol_swLa persona mi riferì in seguito che l’applicazione della crema risultò stranamente rinfrescante e il prurito cessò quasi subito. E dopo altre due sole applicazioni, fatte a distanza di alcune ore, scomparve definitivamente. Potrebbe trattarsi di semplice effetto placebo, naturalmente, ma è innegabile che tale risultato possa suscitare curiosità e interesse.
I codici dovrebbero in sostanza aiutare ad invertire l’informazione perturbatrice e permettere all’organismo di integrare e superare al meglio l’evento avverso, sostanza, energia o trauma che sia. È possibile lavorare anche con stati d’animo, credenze negative ed emozioni di cui ci vogliamo liberare. Il concetto è il medesimo: si scrive su un piccolo foglio o un’etichetta di carta bianca quello che ci fa star male, si appone sulla scritta il simbolo che deve riequilibrarla (normalmente, si usa la sinusoide per invertire l’effetto dell’informazione), si “trasferisce” il simbolo nell’acqua, e il rimedio emozionale è pronto. Alcuni suggeriscono di congelare in una boccetta l’acqua “caricata” per alcune ore e di lasciarla poi scongelare prima di utilizzarla: questo trattamento (secondo gli insegnamenti di Masaru Emoto, noto studioso delle proprietà psichiche dell’acqua) garantirebbe una maggiore stabilità dell’informazione nell’acqua stessa.
Per saperne di più:
Petra Neumayer, Roswitha Stark, Geometria della guarigione, Edizioni Il Punto d’Incontro, 2013
Vincenzo Di Spazio, Segni e simboli di guarigione emotiva, e-book – Ultima Books – simplicissimus.it 2011

Ervin Laszlo, The Connectivity Hypothesis, State University of New York Press, 2003

di - domenica 10 agosto 2014 

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