domenica 12 luglio 2015

Quando si tocca il fondo della vita


La vita ci segnala continuamente con piccoli disequilibri fisici quelle disarmonie emotive che si annidano, si nascondono, nei meandri della nostra mente, ma che comunque si fanno sentire e si accumulano sempre di più sino a generare proprio quello che più temiamo. 

Quando scopriamo che qualcosa non è andato nella nostra vita spesso è tardi per rimediare ed allora scatta qualcosa, reagiamo all’imprevisto, cambiamo il piano della vita avvedutici d’un tratto che il sentiero era sbagliato. Fa male, tanto male, ma è l’unica cosa da fare in quelle circostanze, quindi ci diamo da fare, la vita deve prevalere.

Quando non c’è più tempo d’un tratto tutto si fa chiaro, il cammino diventa nitido e la vita la fa da padrona.

Vi lascio con un articolo interessante che deve farci ragionare su quello che spesso trascuriamo, anzi nascondiamo a noi stessi e con cui prima o poi dobbiamo fare i conti.

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QUANDO LA SCELTA E’ TRA VIVERE O MORIRE

Le persone vengono da me per un motivo o per l’altro e, poco dopo, grazie al Coaching Evolutivo, ottengono ciò che volevano. Sono sempre onesta con loro, e dico quello che ho visto nel lavoro che abbiamo compiuto insieme.
A volte mi congratulo e gioisco con il mio cliente, festeggiamo insieme e siamo entrambi più che soddisfatti. A volte, pur celebrando l’obbiettivo raggiunto, faccio notare che ci sono altre cose importanti su cui dovrebbe lavorare, senza le quali non potrebbe essere, pienamente, Se Stesso e vivere la “Sua Vita”.
Spesso mi viene risposto: “E’ vero, me ne rendo conto, ho visto anche io ciò che mi dici, però, per ora, mi fermo qui.”

C’è un tempo di cui ognuno ha bisogno per metabolizzare i cambiamenti profondi che accadono durante il percorso di Coaching. E’ fondamentale, per me, lasciare ognuno libero, senza condizionamenti, in grado di valutare e decidere cosa fare di Sè.
A volte ritornano, dopo un po’ di tempo, a volte no. A volte sono serena, a volte mi si stringe il cuore sapendo che stanno fuggendo dalla loro splendida Realizzazione, dal proprio Sè più vero, che li costringerebbe a trasformare completamente la loro Vita.

Un mese e mezzo fa una delle Amiche più care, di quelle del Cuore, mi ha invitata a trascorrere un week-end nella sua casa in montagna. Ho accettato volentieri, rendendomi conto che, per lei, non era solo un week-end. Mille impegni hanno tentato di impedirle di partire, di lasciare la famiglia, di piantare lì una riunione di lavoro convocata proprio all’ora della partenza, ma lei è stata ferma e decisa: “Questa cosa mi serve, la devo fare, non ce la faccio più e devo staccare!”.
Non era un caso che, tra le amiche del Cuore, avesse scelto me. Diverse volte, nei quasi vent’anni in cui ci conosciamo, l’ho aiutata con il Coaching, e molte volte le ho fatto notare cosa avrebbe ancora avuto bisogno di fare, ma le sue risposte evasive e la convinzione di potercela fare da sola mi facevano subito desistere. Mi rendevo conto che la sua Vita era una corsa continua nel tentativo di essere sempre organizzata e programmata, di fare le cose bene, come piaceva a lei. Ogni tanto facevamo qualche battuta, e la nostra amicizia continuava così.

Dopo le camminate di quei giorni in montagna il mio problema ad una gamba si è accentuato, Lei mi ha consigliato il suo terapista e, malgrado ciò, non l’ho più vista per un mese. Non era da lei non chiamarmi per sentire come stavo, ma nessun presentimento mi ha sfiorata. Poichè le cose dovevano andare esattamente come sono andate, nessuna sensazione mi ha avvisata di ciò che le stava accadendo.
Una settimana fa (sembra passato un anno intero!) mi ha mandato un messaggio dicendomi che sarebbe passata la sera a trovarmi. Ho preparato lo spumante per brindare e festeggiare il nostro incontro, e l’ho accolta gioiosa e sorridente. Ero davvero contenta di vederla! “Come mai sei sparita, abbiamo passato troppo tempo insieme in montagna?” ho scherzato…

“No”- mi ha risposto – “E’ successo qualcosa a me.”
E poi, con difficoltà e fatica, ha continuato: “Devo iniziare a dirlo, e tu sei la prima a saperlo, oltre a mio marito.” E, guardandomi negli occhi, ha continuato: “Mi hanno trovato un tumore. Maligno.”

Sono rimasta lì, inebetita, con il mio bicchiere di spumante in mano, mentre le lacrime mi inondavano gli occhi. Ho visto il suo sforzo per controllarsi e ci ho aggiunto il mio. Ci siamo sedute sul divano, ed ho lasciato che mi raccontasse quello che era avvenuto in quel breve periodo. Una corsa contro il tempo dopo un controllo periodico, la sentenza crudele e dura, la trafila di esami per prepararsi all’intervento.

“Sto solo aspettando che mi chiamino per essere operata. Ho già fatto tutto quello che andava fatto.” – continua – “Il momento più duro è al mattino, quando non trovo la forza di alzarmi dal letto.”
Parliamo, fino a tarda notte. Mentre, apparentemente, chiacchieriamo, ascolto le sue convinzioni che emergono nella conversazione. “I migliori sono i primi ad andarsene”, ad esempio, e le faccio notare quanto potrebbe aver influito, nel suo inconscio, la morte del padre tanto amato, ancora giovane, a cui non si è mai rassegnata.
La sua prima richiesta, di essere solo ascoltata, come un’Amica, mi apre lentamente un varco affinchè io possa dirle: “Non so quante possibilità tu voglia dare a te stessa, ma, per quanto mi riguarda, tu TI MERITI TUTTE LE POSSIBILITA’ del mondo di guarire.” E poi, con fermezza, continuo: “Fino a quando non entri in ospedale voglio vederti ogni giorno per fare il lavoro che, fino ad oggi, hai sempre voluto evitare.”

E così, “per farmi contenta”, come mi dirà poi, in tre giorni (quelli che ci verranno concessi prima del ricovero), facciamo un tuffo in profondità, nelle pieghe più remote e sconosciute dell’inconscio, dove si annidano le decisioni prese in tenera età per rispettare e continuare ad amare chi ci ha allevato, le eredità ricevute dagli avi e trasmesse dai genitori, i traumi vissuti e mai disciolti, le delusioni ed i rancori che ancora segnano l’animo, per dissolvere, purificare e lasciar andare ciò che non serve più.

Conosco bene il potere di autoguarigione del Corpo, che può ammalarsi per dare segnali forti a colui che continua ad ignorare quelli deboli, ma anche far sparire il sintomo che ha compiuto la sua funzione, che ha fatto arrivare con chiarezza il suo messaggio.

Nel giro di poche ore la sua disperata rassegnazione diventa voglia di fare qualcosa. La profonda trasformazione interiore le comunica il messaggio del sintomo, che inizia a parlarle. L’incontro con le persone che non ci sono più e con quelle da cui è stata delusa, la possibilità di mettersi nei loro panni e “sentire” il loro vissuto, le permette di capire le loro vere intenzioni. I messaggi che l’inconscio manda in superficie sono tutti vitali, indicano sempre: “Vivi la tua Vita e sii felice!”

E la consapevolezza di stare vivendo una Vita falsata dall’illusione di poter controllare tutto, di aver continuato a prepararsi per essere pronta ad andarsene lasciando tutto in ordine, come una brava bambina deve fare, di aver assunto il ruolo di genitore della propria madre, comincia a diventare sempre più chiara, e la voglia di darsi la possibilità di iniziare a vivere la propria Vera Vita a prendere il sopravvento.
La sensazione di andare incontro ad un’esperienza devastante si trasforma nella tranquillità data dalla percezione, chiara e netta, che il Corpo sta compiendo un processo di guarigione. Il suo ricovero, dopo solo tre giorni di lavoro su di Sè, sarà un’esperienza completamente diversa da quella che si era aspettata inizialmente, e così i risultati dell’intervento. Il giorno successivo torna a casa, con prospettive migliori e con una ripresa in atto che viene confermata dalle dimissioni nel giro di poche ore.

Ci sentiamo ogni giorno e mi rendo conto che la possibilità di una Vita Nuova si sta facendo sempre più spazio e trova al suo interno continue conferme, poichè stanno emergendo le cose che ha sempre avuto voglia di fare e che non ha mai fatto. Finalmente la sua Anima è riuscita a farle correggere la strada, e ad indirizzarla verso la Missione che aveva scelto prima di nascere.
Quando la scelta è tra Vivere o morire, non rimangono più scuse; la mente si arrende di fronte all’evidenza di non poter più rimandare, poichè il tempo a disposizione è contato. A quel punto la possibilità, per chi vuole continuare a Vivere, è quella di andare dalla persona di cui ci si fida di più, per chiederle aiuto e consiglio.

La Guarigione ed il Miracolo si compiono per Chi ha il coraggio di scegliere la Vita e di affidarsi completamente. Solo la resa totale della mente, l’abbandono completo dell’illusione del controllo permetto al Corpo di rigenerarsi e di andare verso la propria Vera Missione (Re-Missione del sintomo = Guarigione).
Davanti all’abisso l’unica possibilità è lanciarsi, confidando sulle proprie ali, sperando di imparare a volare.
E l’Anima vola, quando viene lasciata libera di farlo; sì, l’Anima vola!

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