lunedì 8 settembre 2014

Quello che non ci hanno mai detto sul sole

Rimirazione del sole

Ora che qualche scienziato comincia a pubblicare studi sulla vera e propria tossicità dell’uso degli occhiali da sole, in questo articolo pubblichiamo le istruzioni da seguire per poterlo rimirare direttamente e trarre così il massimo del beneficio per la vista come per la salute generale… 

Imparare a rimirare il Sole
Rishi Giovanni Gatti – 19 settembre 2007
Recentemente una importantissima notizia è stata tenuta nascosta da quasi tutti i giornali (vedi box): l’uso degli occhiali da sole riduce la quantità di raggi solari che raggiungono la retina inibendo così la produzione di melatonina e causando una maggiore predisposizione al melanoma, una malattia che solo l’anno scorso negli Stati Uniti ha procurato un milione di casi.  Tralasciando di approfondire il perché i mass-media abbiano censurato la notizia – forse per non perdere i lucrosi contratti pubblicitari con le griffe della moda – il nostro interesse è offrire ai lettori i giusti strumenti informativi per utilizzare al meglio l’energia della luce diretta del sole per la cura della vista e di tutte le altre malattie secondo i principî della Naturopatia, dagli igienisti dell’Ottocento, a Ehret, a Shelton, a Sciascia e Finsen, e ovviamente a Bates, fino ad arrivare ai nostri giorni, con le esperienze dei sun-gazers di tutto il mondo.

Tutti questi autori specificano nei loro testi l’assoluta necessità della luce solare per ricuperare e mantenere la salute.  In particolare, associando le pratiche regolari dell’osservazione discrezionale del sole, dei bagni di sole e di una alimentazione prevalentemente fruttariana, gli igienisti ottengono grandi successi in tutto il mondo, nonostante le condizioni climatiche avverse, la propaganda terroristica delle istituzioni sanitarie, tutte contrarie al sole, e le cattive abitudini della vita moderna che ci costringono non solo a mangiare cibi tossici, ma anche a stare quasi sempre nella penombra di edifici oscuri, a fare lavori noiosi che aumentano il nervosismo e lo sforzo mentale ed oculare.

Il Professor Arnold Ehret, pubblicando nel 1910 il suo libro Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco [potete ordinarlo alla Soce.Ser], nel raccomandare la transizione graduale ad una dieta di sola frutta e verdura per la guarigione di tutte le malattie, indica come perentorio anche il regolare svolgimento di bagni di sole di venti o trenta minuti al giorno ogni volta che la luce naturale diretta sia disponibile, avendo cura di esporre tutto il corpo, e procedendo con gradualità.  Questo grande scienziato di origini austriache, ma vissuto a Los Angeles, avendo perfettamente ripulito il suo corpo dalle ostruzioni causate dalla cattiva alimentazione, era in grado di stare per parecchi giorni senza bisogno di mangiare nulla, assumendo l’energia necessaria per vivere e lavorare non solo dalla luce naturale del sole, ma anche dai profumi, dall’esercizio fisico, e dalle componenti mentali del pensiero stesso che anima l’essere umano.  Gli episodi narrati nel suo libro sono molto indicativi e le testimonianze dei suoi pazienti altrettanto significative; vi rimandiamo ad essi e al sito www.arnoldehret.it per approfondire questo tipo di studio.

Il Dottor Herbert M. Shelton  nel suo libro del 1934 The Hygienic System dedica diversi capitoli all’impiego del bagno solare e su come esso sia benefico anche per gli occhi e la vista, consigliando di rinforzare gli occhi imparando a guardarlo senza paura.  Così scrive:  «Ho sempre vissuto senza copricapi per più di quarant’anni, e quasi tutto questo tempo l’ho passato in Texas, sotto a un sole sub-tropicale, e ciò non mi ha mai causato danni. I miei pazienti non coprono la testa mentre fanno il bagno di sole e non ne vengono danneggiati. […] Gli occhi vengono beneficiati dalla luce e danneggiati da troppa oscurità. Rimirare direttamente il sole è stato trovato di grande beneficio per la vista indebolita. I pesci che vivono in cave buie, dove non ricevono luce solare, sono sempre ciechi. […] Strizzare gli occhi non è necessario, né uno ha bisogno di occhiali scuri per prevenirlo. Uno ha solo bisogno di smettere di strizzare gli occhi. Questo può essere controllato dalla volontà. È possibile guardare direttamente nel sole di mezzogiorno senza strizzare le palpebre. Sembra che non ci sarà bisogno di occhiali e creme oculari se uno semplicemente smette di strizzare. Strizzare gli occhi non ha nessuna utilità».

Antonino Sciascia era un insigne medico siciliano, di Canicattì, di fine Ottocento.  Egli curava le persone esponendole al sole, e concentrando la sua forte luce sulle parti da trattare mediante una enorme apparecchio costituito da lenti di ingrandimento, da lui denominato “Fotocauterio”, brevettato a Londra.  “Fototerapia” era il nome da lui dato a questo suo metodo, i cui risultati erano sbalorditivi, perché riusciva a risolvere in uno o due mesi malattie gravissime come il carbonchio, la tubercolosi, il lupus, eccetera… Purtroppo, come spesso accade nella “scienza”, le sue scoperte e i suoi successi, forse perché basati su soluzioni “semplici”, sono stati nascosti e addirittura usurpati da altri medici, tra i quali il danese Finsen, premio Nobel per la medicina nel 1903, a cui tutti attribuiscono la scoperta della fototerapia sciasciana.  Segnaliamo ai lettori il sito Internet della Città di Canicattì dove è possibile leggere il libro di un pronipote dello stesso Sciascia che narra tutta la storia di questo grande scienziaro: http://www.canicatti-centrodoc.it/.

Il Dottor William H. Bates di New York, lo scopritore della vera cura della vista imperfetta con metodi naturali, senza occhiali e operazioni, è stato il più prolifico autore su questi argomenti, forte anche dell’esperienza maturata con pazienti oculari in oltre cinquant’anni di pratica clinica.  Non solo Bates raccomandava l’uso della luce solare e di quella elettrica come sua sostituta nelle giornate nuvolose, ma incoraggiava i pazienti a guardare direttamente il sole per guarire i problemi degli occhi, non solo quelli più banali, miopia e presbiopia, ma anche quelli gravi e gravissimi, come la cataratta e la cecità.  In particolare, Bates aveva applicato il principio del Fotocauterio di Sciascia (ma non sappiamo se aveva veramente conosciuto il lavoro del ricercatore siciliano) direttamente sull’occhio, e cioè egli concentrava, durante il cosiddetto “trattamento con il sole”, la luce del sole sul bianco dell’occhio, mentre il paziente guardava in basso e la palpebra superiore veniva tenuta alzata dal medico, che muoveva la “lente solare” velocemente da parte a parte per illuminare bene tutta la zona della sclera ed evitare qualsiasi accumulo di calore.  Così facendo, in pochi minuti anche i più gravi pazienti fotofobici diventavano capaci di aprire ampiamente gli occhi al sole di mezzogiorno e di rimirarlo addirittura, all’inizio per pochi istanti, e nel corso del tempo a volontà.  Il libro fondamentale di Bates, pubblicato nel 1920,  e disponibile in italiano nel sito www.sistemabates.it, dal titoloVista Perfetta Senza Occhiali, riporta tutta la conoscenza necessaria al lettore per guarirsi da solo usando la luce sugli occhi, con fotografie dell’epoca in cui si illustra come guardare il sole a mezzogiorno e come usare correttamente la lente solare per concentrare i raggi sulla sclera.
L’uso della  luce del sole come pura energia in grado di affrancare l’essere umano dal bisogno di cibo è una materia affascinante che va ben oltre i problemi di salute.  I casi di cui si ha testimonianza certa sono molteplici.  In Europa, la mistica cattolica Teresa Neumann (1898-1962) perse la vista in seguito ad un incidente nel 1918, ma nel 1923, in occasione della santificazione di Teresa di Lisieux, miracolosamente la riacquistò, iniziando un percorso di elevazione spirituale che la portò, pochi anni dopo, a non sentire più lo stimolo della fame e a vivere di una sola ostia al giorno per oltre trentasei anni.  Casi simili vengono riportati un po’ da tutto il mondo e da tutte le età, in maniera più o meno credibile.  Si dice che fosse addirittura il greco Socrate, nel quinto secolo prima di Cristo, a rimanere in osservazione del Sole e della Luna per giorni interi (dal Simposio di Platone).  In tempi moderni, abbiamo gli insegnamenti del maestro bulgaro Beinsa Douno (m. 1947, scopritore della Paneuritmia), e degli indiani Acharya Jovel, Dimbeswar Basumatary, Sunyogi Umasankar,  Hira Ratan Manek, nonché dell’ucraino Nikolay Nikolayevich Dolgorukiy, tutti osservatori regolari del sole, con risultati più o meno eccezionali.  La letteratura su questa materia è infinita, e merita ulteriore approfondimento nei successivi numeri della nostra rivista.
Come guardare il Sole  
Chi ha una vista normale e una mentalità ordinariamente rilassata può in genere guardare il sole senza problemi a tutte le ore del giorno.  Oggi però questi casi sono rari.  In pratica, anche chi non usa lenti correttive ha senza dubbio subìto l’oltraggio delle lenti scure “da sole” e ha disabituato gli occhi alla luce naturale.  Chi invece ha vista difettosa, corretta o no da lenti, soffre grandemente la forte luce del sole, e deve riabituarsi ad essa se vuole sperare di poterla guarire senza occhiali.
Il segreto fondamentale per arrivare a poter rimirare il sole di mezzogiorno senza problemi sta tutto nel procedere con discrezione, iniziando con pochi secondi al giorno all’alba e al tramonto, (ma in caso di nuvole si può fare anche quando il sole è più alto, specialmente in inverno), e avendo cura di prevenire ed evitare il benché minimo fastidio, sbattendo velocemente le palpebre e muovendo sempre lo sguardo avvicinandosi e allontanandosi dal sole, facendolo muovere come un pendolo.  È anche possibile procedere con molta più cautela usando un occhio alla volta e coprendo l’altro con il palmo della mano.  L’ideale, per abbreviare questo periodo di lenta riabilitazione alla luce naturale diretta del sole, sarebbe l’uso della “lente solare” del Dott. Bates, per la quale rimandiamo al sito www.sistemabates.it

Nei casi gravi di intensa fotofobia, è sbagliato iniziare a guardare direttamente il sole senza prima aver abituato gli occhi, e la mente, alla luce del cielo, e nei casi veramente gravissimi anche la luce del cielo è troppo forte e bisogna abituarsi ad essa osservandola “ad occhi chiusi” per lunghi periodi di tempo (un’ora o più) seduti comodamente spalle al sole e avendo cura di dondolare leggermente il corpo o la testa, rilassandosi.
Applicando questi principî di buon senso, ci rendiamo conto che l’osservazione diretta del sole non può essere una fatica o un lavoro sul quale ci si debba concentrare e sforzare, ma è una felice occasione per godere del profondo rilassamento che la Natura ci offre ogni giorno per garantirci il benessere e la vitalità.  Chi non può guardare il sole è una persona nervosa, confusa e infelice.  Chi può guardarlo liberamente invece è allegro, spensierato, e padrone delle sue azioni e della sua vita in generale.  Imparando a guardare il sole, considerandolo una fonte di energia e di tranquillità, chiunque di noi può non solo guarire la sua vista e la sua mente, ma anche accelerare e completare qualsiasi altra terapia naturopatica si stia effettuando, con benefici immediati e lampanti soprattutto sul piano della detossificazione da farmaci, metalli pesanti, cibi errati e inquinamento.

OCCHIALI DA SOLE TOSSICI PER LA PELLE una notizia nascosta da tutta la grande stampa da www.ilmessaggero.it
LONDRA (3 giugno) - Fanatici della tintarella attenti agli occhiali da sole. Se prima proteggendo i vostri occhi vi sentivate a posto con la coscienza e al sicuro per la vostra salute contro i danni provocati dal sole sulla pelle, adesso un medico britannico è pronto a far crollare anche questa certezza. Il nostro cervello infatti ricevendo una luce meno forte grazie al filtro delle lenti scure manderebbe dei segnali per far produrre meno melatonina al nostro organismo, come in presenza di poco sole. Da qui il guaio per la salute. Nel libro "La sopravvivenza del più ammalato", in uscita domani nelle librerie del Regno Unito, la dottoressa Sharon Moalem, dopo ricerche approfondite, parla di un vero e proprio inganno nei confronti dell'organismo da parte delle lenti da sole: indossando gli occhiali, infatti, il cervello registra una minore quantità di raggi solari, e il corpo è indotto a produrre meno melanina (la sostanza che provoca l'abbronzatura per proteggere la pelle dai raggi solari): il risultato è che la pelle è meno protetta e aumenta il rischio di sviluppare il cancro. Questa teoria trae origine da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Journal of Investigative Dermatology", secondo la quale la luce percepita dagli occhi attiverebbe la produzione del cosiddetto ormone stimolatore dei melanociti. «La percezione della luce è fondamentale nello scatenare il processo naturale di autodifesa dell'organismo nei confronti del sole», spiega Sharon Moalem al tabloid domenicale "Sunday Express", pur ammettendo che la percezione ridotta non è l' unica causa cancro alla pelle.
La teoria ha riscosso ampi consensi da parte della comunità scientifica. John Hawk, esperto di melanomi presso la Fondazione britannica per la pelle afferma: «La produzione delle sostanze stimolatrici dell'abbronzatura è quasi certamente correlata alla luce percepita, mentre lo scienziato tedesco Sven Krengel, che ha svolto studi sull'argomento, ha concluso che «indossare occhiali da sole spinge la gente a non cercare riparo dal sole». Negli Stati Uniti, dove l'incidenza del cancro alla pelle è in continua ascesa, i casi nell'ultimo anno stati oltre un milione.
 
http://www.disinformazione.it/guardare_sole.htm

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